Parchi per tutti : fruibilità per un'utenza ampliata

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Foreste Casentinesi

parco nazionale delle foreste casentinesi, monte falterona e campigna
cartina del parco nazionale  delle foreste casentinesi, monte falterona e campigna clicca l'immagine per ingrandirla in un'altra pagina
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Dati Amministrativi

Tipologia: Parco Nazionale
Regioni: Emilia-Romagna, Toscana
Province: Arezzo, Firenze, Forlì-Cesena
Estensione: 31.038 ettari
Istituzione: L. 28/08/89, n. 305; D.M. 14/12/90; D.P.R. 12/07/93
Sede: Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna - Via Brocchi, 7 - 52015 Pratovecchio (AR) - Tel. 0575/50301 - Fax 0575/504497
E-mail: info@parcoforestecasentinesi.it
Sito: www.parcoforestecasentinesi.it


Come Arrivarci
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In auto: percorrere l'autostrada A1 fino ad Arezzo e proseguire con la SS n. 71 verso Badia Prataglia e Camaldoli, mentre con la A14 uscire a Cesena e proseguire con la E45 fino a Bagno di Romagna.
In treno: da Arezzo linea per Pratovecchio.
La Fruizione del Parco
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Istituito nel 1989, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, si è presto distinto tra i più impegnati nel promuovere e rendere fruibile un'area protetta di grande valore naturalistico, caratterizzata dalla presenza di importantissimi monumenti religiosi, quali l'Eremo e il Monastero di Camaldoli e il Santuario Francescano de "La Verna".
Infatti 9 su 14 tra sedi, centri visita, uffici informazioni ecc. sono fruibili anche da persone con deficit motori o sensoriali, a cui vanno aggiunti 2 sentieri. L'Ente Parco ha altresì realizzato una pubblicazione intitolata "Un sentiero per tutti ... i sensi", che può essere richiesta gratuitamente. Informazioni dettagliate nel merito sono riportate nel seguente prospetto e nella sezione "itinerari" (Dati Ente Parco, 2002).
Tabella Dati sulla Fruibilita' del Parco
Nome Struttura Tipologia Telefono Indirizzo/Località
Accessibilità/Visitabilità (art. 2 DM LL.PP.  n. 236/89)
ENTE PARCO Sede 0575/50301 Via Guido Brocchi 7, 52015, Pratovecchio
SI
CENTRO VISITA DI  STIA Centro Visita 0575/504596 Via Montegrappa 2, 52017, Pratovecchio (AR)
SI
CENTRO VISITA DI  BADIA PRATAGLIA Centro Visita 0575/559477 Via Nazionale, 14/a, 52010, Poppi (AR)
SI
CENTRO VISITA DI   CASTAGNO D'ANDREA Centro Visita 055/8375125 Via del Borgo 12, 50060, Castagno d'Andrea,  S.Godenzo (FI)
SI
CENTRO VISITA DI  CHIUSI DELLA VERNA Centro Visita 0575/532098 Parco Martiri della Libertà 21, 52010, Chiusi della Verna (AR)
SI
CENTRO VISITA DI  TREDOZIO Centro Visita 0546/943943 Via Fabbroni 30, 47019, Tredozio (FC)
SI
CENTRO VISITA DI  BAGNO DI ROMAGNA Centro Visita 0543/911304 Via Fiorentina 38, 47021, Bagno di Romagna (FC)
SI
CENTRO VISITA DI  PREMILCUORE Centro Visita 0543/956540 Via Roma 34, 47010, Premilcuore (FC)
SI
SEDE DELLA COMUNITA' DEL PARCO  E CENTRO VISITA DI  S. SOFIA Sede della Comunità del Parco + Centro Visita 0543/971375 Via Nefetti 3, 47018, Santa Sofia (FC)
NO
CENTRO VISITA DI  SERRAVALLE Centro Visita 0575/539174 Via Coleschi, 52010, Serravalle (AR)
NO
CENTRO VISITA DI  LONDA Centro Visita 055/8351202 Località Parco del Lago, 50060, Londa (FI)
NO
MONASTERO DI SAN ROMUALDO E MUSEO FORESTALE DI CAMALDOLI Monastero e Museo 0575/556014 Località Camaldoli, 21, 52010, Camaldoli (AR)
NO
UFFICIO INFORMAZIONI DI CAMPIGNA Ufficio Informazioni 0543/980231 Via Centro 3, 47010, Santa Sofia (FC)
SI
CENTRO VISITA DI  SAN BENEDETTO Centro Visita 0543/965286 Viale Acquacheta 6, 47010, San Benedetto (FE)
NO

Itinerari
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Il parco è liberamente accessibile al pubblico. Gli accessi principali sono Badia Prataglia e Camaldoli per il versante toscano e Campigna per quello romagnolo. Per affrontare escursioni e passeggiate nelle foreste, è bene munirsi di una carta dei sentieri e di una guida della zona. Per quanto riguarda l'organizzazione del turismo all'interno del parco, esistono degli alberghi ai margini delle foreste e impianti di risalita per il periodo invernale. Nei Comandi delle Stazioni della Forestale di Campigna, Camaldoli e Badia Prataglia sono stati allestiti tre piccoli musei con raccolte botaniche e faunistiche dell'ambiente forestale casentinese. Tutte le informazioni utili potranno essere ottenute presso la sede dell'Ente Parco o presso i Comandi della Forestale.
Si segnalano inoltre i seguenti sentieri e/o i percorsi fruibili da parte di persone con deficit motori o sensoriali:
Tabella degli Itinerari del Parco
Denominazione sentiero
Località di partenza
Comune Località di arrivo Comune
Durata media percorso
Lunghezza percorso (m)
Manutenzione periodica (si/no)
SENTIERO IN LOC. CAMPIGNA Campigna Santa Sofia
(FC)
Campigna Santa Sofia
(FC)
30 min
350
SI
SENTIERO IN LOC. BADIA PRATAGLIA Loc. il Capanno, Badia Prataglia Poppi
(AR)
Loc. Il Capanno Poppi
(AR)
30 min
400
SI

L'Ambiente del Parco
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Risultato ultimo degli sforzi e delle speranze di molti naturalisti (il cui precursore fu soprattutto il forlivese Pietro Zangheri), questo parco nazionale, avviato nel 1990 ma dotato di un ente di gestione solo nel 1993, accorpa in un'unica area protetta alcune foreste demaniali e gran parte di quel "parco regionale del Crinale Romagnolo" che la Regione Emilia-Romagna, nelle more del dibattito sulla legge quadro, aveva già costituito fin dal 1988. Al suo interno sono oggi protette alcune delle più belle foreste dell'Appennino. A cavallo della dorsale che separa la Toscana dalla Romagna, il parco è geograficamente localizzato nell'Appennino tosco - romagnolo e nasce dall'accorpamento di una riserva integrale (Sasso Fratino) e di quattro riserve biogenetiche (Badia Prataglia, Camaldoli, Campigna, Scodella). Siamo di fronte ad un unico complesso forestale che occupa la zona tra il Passo dei Mandrioli e il Monte Falterona. Geologicamente, nella parte toscana, la roccia prevalente è l'arenaria macigno (Chianti e Mugello), che ha dato origine a forme e rilievi piuttosto dolci, mentre quella che caratterizza il versante romagnolo è la marnoso arenacea. L'idrografia della zona è molto ricca con circa 20 km di torrenti e corsi d'acqua, di cui molti perenni. Questa abbondanza di acqua è favorita dalle copiose piogge e dalla presenza di rocce impermeabili.
Flora e Fauna
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Cervo maschio  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Cervo maschio
Le foreste sono formate, per la maggior parte, da faggi e abeti bianchi mentre, nei boschi misti, si trovano aceri ricci, frassini maggiori, olmi montani, roveri, ontani, betulle, ciliegi e maggiociondoli. Sono tutte specie autoctone, mentre sono stati introdotti artificialmente l'abete rosso, il pino silvestre, gli esotici abeti americani, i cedri d'Atlante e i cipressi dell'Arizona. La flora erbacea è ricca e interessante: si possono trovare, infatti, il giglio martagone, il giglio di S. Giovanni, l'anemone narcissino, il bucaneve e la rarissima tozzia di origine alpina come il botton d'oro, che pure è presente nella zona.

Fra le specie animali spiccano i grossi mammiferi ungulati come i cinghiali, i daini, i mufloni, i caprioli, i cervi; daini e mufloni furono introdotti dai Granduchi di Lorena, i cinghiali agli inizi degli anni '70. Comuni abitanti del bosco sono il lupo e la volpe, i piccoli mustelidi e i roditori. L'avifauna è naturalmente varia con un gran numero di rapaci come l'aquila reale, lo sparviero, l'astore e la poiana e, fra i notturni, il gufo reale e l'allocco.
Beni Culturali
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Eremo dei Camaldoli  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Eremo dei Camaldoli
Erano genti villanoviane quelle che scoprirono il potere disinfettante e curativo delle acque di un laghetto un tempo esistente sul Monte Falterona. Vollero per questo ringraziare gli dei gettando nell'invaso delle statuette di bronzo. Chi voglia parlare del rapporto uomo-natura, espresso attraverso l'idea del sacro, non può, nel Casentino, che iniziare il suo racconto dal mondo etrusco del Lago degli Idoli. Questo rapporto, antico, ha trovato poi la sua massima espressione nel medioevo quando, nel 1012, i Camaldolesi iniziarono la trasformazione delle foreste appenniniche: la selva, l'intricato e inutilizzato luogo pagano regno di Pan e delle fate, fu "purificata" e sostituita dal bosco ordinato di abetina, l'albero della luce, l'albero da taglio utile al commercio del legno. I monaci elaborarono una regola severa per tutelare il bosco, imponendo misure restrittive per il taglio e l'immediato reintegro degli abeti bianchi e dei faggi tagliati tramite il reimpianto di nuovi alberi. L'insediamento camaldolese è costituito dal Monastero, dalla Chiesa con i due campanili sulla facciata settecentesca, e dalla Foresteria, sviluppata attorno al Chiostro. All'interno del Monastero si può ammirare l'Antica Farmacia del 1513, con i preziosi strumenti ancora usati dai monaci. A sud del parco, sopra lo sperone della rupe di granito del Monte Penna, sorge il complesso monumentale della Verna, anch'esso immerso nelle foreste di faggi e di abeti bianchi, custodito dai frati francescani. Qui, secondo la tradizione, S. Francesco ricevette le stimmate. Il convento, molto esteso, è costituito dalla Chiesetta di S.Maria degli Angeli, dalla Chiesa Maggiore e dalla Chiesa delle Stimmate, all'interno delle quali sono conservate le splendide terrecotte invetriate del grande scultore fiorentino Andrea della Robbia.
Artigianato e Prodotti Tipici
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A Poppi (AR), borgo medievale e centro più importante del casentino, è ancora fiorente la lavorazione del legno tornito. Premilcuore e Moggiona si segnalano per la produzione di mobili artigianali, Badia Prataglia per la produzione di utensili in legno, Bocconi e Stia per le lavorazioni in ferro battuto, infine Savio e Acquacheta per la produzione di stipiti e camini in pietra. Anche la tessitura è un'attività tradizionale della zona, con produzione della tipica stoffa "casentino".
Informazioni Turistiche
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• Ufficio Informazioni Turistiche - APT di Arezzo Tel. 0575/377678 Tel./ Fax 0575/20839
• Ufficio Informazioni Turistiche - APT di Bibbiena (AR) Tel./Fax 0575/593098

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