Parchi per tutti : fruibilità per un'utenza ampliata

LINEE GUIDA PER GLI ENTI DI GESTIONE DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI

Navigazione Rapida
Questo sito e' accessibile da tutti i browser e gli user agent, ma il design e alcune funzionalita' minori dell'interfaccia saranno visibili solo con i browser che rispettano gli standard definiti dal W3C.
realizzato da ascer.net code & design
Logo  Parchi per tutti: fruibilita' per una utenza ampliata, cliccando si ritorna alla homepage Menu Accessorio:
CONTATTACI GLOSSARIO DOWNLOADS LINKS 

Ricerca all'interno del sito »
Sottosezioni contestuali:
:: inizio Contenuto ::

Capo Caccia

Capo Caccia - Isola Piana
cartina del Capo Caccia - Isola Piana clicca l'immagine per ingrandirla in un'altra pagina
clicca l'immagine per ingrandirla

Dati Amministrativi

Tipologia: Area Marina Protetta
Regioni: Sardegna
Province: Sassari
Dimensioni: totale superficie 2.631 ha per 38.104 m di linea di costa (zona A 38 ha per 1.960 m di linea di costa, zona B 547 ha per 17.975 m di linea di costa, zona C 2.046 ha per 16.209 m di linea di costa).
Istituzione: L. n. 979/82; D.M. 20/09/02
Ente Gestore: gestita provvisoriamente dal Comune di Alghero, Via S. Anna - 07041 Alghero (SS) - Tel. 079/997800 - Fax 079/997699; la gestione definitiva dell'area marina protetta "Capo Caccia-Isola Piana", sarà affidata, ai sensi dell' art. 2, comma 37, della legge 9 dicembre 1998 n. 426 , ad enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste anche consorziati tra loro.
Comuni interessati: Comune di Alghero - Via S. Anna - 07041 Alghero (SS) - Tel. 079/997800 - Fax 079/997699
Capitaneria di Porto competente: Via Mare - 07046 Porto Torres (SS) - Tel. 079/502258 - Fax 079/502090
Servizi medici: Ospedale civile di Alghero - Tel. 079/996200
Carta nautica di riferimento: n. 49 scala 1:100.000; n. 292 scala 1:25.000
E-mail: info@ampcapocaccia.it  
Sito: www.ampcapocaccia.it


Come Arrivarci
Torna in Alto

In auto : da Sassari con la SS n. 291, da Porto Torres e da Oristano con la SS n. 292 e da Alghero lungo la SS n. 127 bis.
In bus: autolinea ARST da Porto Torres, Porto Conte, Olbia e Sassari.
In treno: scendere alla stazione di Alghero, linea Alghero-Sassari.
In aereo: aeroporto di Fertilia raggiungibile da Alghero con autobus (fermata in via Don Minzoni o presso ospedale traumatologico).




La Fruizione del Parco
Torna in Alto

L'area marina protetta, istituita nel 2002, è gestita provvisoriamente dal Comune di Alghero, soggetto che rilascia le eventuali autorizzazioni per la fruizione. Quest'ultima è regolamentata secondo una suddivisione in zone a differente grado di tutela e protezione ambientale (Zona A, B e C). Per informazioni più dettagliate sulle attività consentite in ciascuna area si rimanda la provvedimento istitutivo riportato nel sito www.minambiente.it .

Itinerari: per quanto riguarda gli itinerari a terra è possibile ammirare un paesaggio spettacolare dagli alti colli che si trovano nelle sue vicinanze e a breve distanza dal mare, come da Punta Giglio, posta ad oriente, o dai monti Timidone e Doglia, posti a breve distanza dal promontorio, nell'entroterra; infatti, quando il tempo è soleggiato e privo di umidità, grazie anche ad una buona visibilità, si può persino intravedere la costa che si estende da Capo Marargiu, nei pressi di Bosa, sino a Tharros, vicino Oristano. Percorrendo sentieri particolarmente ripidi su pietraie affioranti, muniti naturalmente di un buon equipaggiamento da trekking, è possibile risalire subito a nord della Selletta di Capo Caccia, dove si trova un bellissimo faro, meglio noto come il Semaforo; da quest'ultimo si può ammirare un fantastico paesaggio che si affaccia sulla splendida isola Foradada, altro spettacolo naturalistico. L'isola, infatti, possiede un'enorme cavità marina che la attraversa di netto, la famosa Grotta dei Palombi, lunga 110 m e invasa sul livello del mare; è, quindi, per tale particolarità che gli algheresi hanno attribuito all'isola il nome di "Foradada", cioè "bucata", in dialetto algherese. Più a nord, sempre sulla costa prospiciente l'isola, è possibile visitare un altro luogo fantastico, sebbene inaccessibile per coloro che volessero raggiungerlo in automobile, e cioè Cala d'Inferno. La cala è formata da rocce calcaree di colore giallastro, createsi in seguito all'erosione esercitata dal mare e dal vento; da tale punto la falesia s'innalza dai circa 80 ai 199 m della Punta di Terra Ruja, e ancora ai 271 m della Punta della Pegna, sulla cui cima è presente la piccola Torre della Pegna. Dalla cima si potrà ammirare l'isola Piana, così chiamata per il particolare profilo tabulare della sua sommità. Verso nord è possibile raggiungere, seppur con particolare fatica, anche le falesie più alte, come la Punta Carone, di 171 m, la Punta del Leone, di 284 m, sino alla Punta Cristallo, di 326 m di altezza, dalla quale si potranno vedere le meravigliose calette che si trovano nei pressi della costa dell'Argentiera, così chiamata perché vanta la presenza di un'antica miniera d'argento.

Nella presente scheda non sono riportati i dati relativi all'accessibilità e alla fruibilità delle strutture e dei servizi in quanto l'area è di recente istituzione.




L'Ambiente del Parco
Torna in Alto
Falesie del Capo  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Falesie del Capo

Il paesaggio e la natura: il Promontorio di Capo Caccia, con la sua mole che si erge dalle acque verdi-azzurre del mare con coste ripidissime e quasi prive di vegetazione, offre un panorama tra i più belli e suggestivi della Sardegna. Questa imponente massa calcarea, che raggiunge i 203 m di altezza, è il promontorio meno elevato di Punta del Giglio e racchiude la baia di Porto Conte, un golfo naturale che si interna per circa 6 km. Le pareti verticali del promontorio sono costellate da anfratti e grotte che rappresentano il vero tesoro di quest'area: le grotte di Capo Caccia, dai nomi suggestivi come Nettuno, Verde, Pizzi, Ricami e Palombi, formano un complesso sotterraneo di antri, fessure e cavità collegati fra loro, che attraversano il promontorio e l'antistante isoletta Foradada (il termine indica appunto forata). La grotta più famosa, quella di Nettuno, è raggiungibile via mare e da terra lungo l'"Escalada del Cabirol" (Scala del capriolo) costituita da 656 scalini scavati nella roccia calcarea. In realtà il capriolo non è una specie tipica della zona, ma il termine si riferisce al daino sardo, un tempo presente in questi luoghi. La grotta si sviluppa per 1300 m con stretti passaggi, antri, cunicoli, ampie cavità con stalattiti e stalagmiti, e una serie di laghetti di cui il più grande è quello di La Marmora, lungo 130 m e con una profondità che varia da 1 a 10 m, posto allo stesso livello del mare e con esso in comunicazione. In questa grotta in passato viveva la foca monaca, sterminata dal disturbo provocato dall'attività della pesca. Lungo la costa orientale del promontorio si apre la Grotta Verde, così chiamata per la presenza di muschi e licheni che ricoprono le possenti colonne dell'atrio principale, dove la penetrazione della luce consente lo sviluppo di questi vegetali. La grotta si sviluppa in profondità per circa 80 m, fino a raggiungere il livello del mare. Il fondo della grotta è occupato da un laghetto con acqua salmastra, dove si trova una lastra di calcare con graffiti preistorici. L'interesse naturalistico di Capo Caccia non si esaurisce nelle viscere della terra. Nelle falesie a picco sul mare vivono molte specie di uccelli di straordinaria bellezza e importanza. Dopo che la zona è stata dichiarata "Oasi permanente di protezione faunistica", incontrastato padrone del promontorio è il grande grifone, un avvoltoio con un'apertura alare di oltre 3 m, che si nutre soltanto delle carcasse di animali morti. Questa specie, seriamente minacciata d'estinzione, è oggi presente con circa 150 individui che si riproducono sulle falesie di Capo Caccia. Altro rapace d'interesse è il falco pellegrino, facile da osservare mentre compie le sue velocissime picchiate per catturare la preda. Sugli isolotti della Foradada e dell'isola Piana, dove crescono imponenti esemplari di euforbia e palma nana, nidificano invece il gabbiano reale, la berta minore, la berta maggiore e il raro uccello delle tempeste.

L'ambiente marino: anche sott'acqua si nasconde un patrimonio naturalistico e ambientale di indubbio valore. Nella baia di Porto Conte, tra i 10 e i 35 m di profondità, è presente un'estesa prateria di posidonia. La presenza di colonie di corallo rosso ad una profondità compresa tra i 40 e i 50 m, giustifica appieno il toponimo Riviera del Corallo. Sempre a questa profondità sono presenti popolamenti a gorgonia rossa e a spugna del genere Axinella . Nelle grotte sono presenti solo popolamenti animali, tra cui gli invertebrati sessili che si distribuiscono in funzione della luce e della circolazione dell'acqua. All'interno poi è possibile incontrare pesci di discreta taglia quali murene, gronghi, corvine, dentici.


Beni Culturali
Torna in Alto
Torre nel Golfo di Porto Conto  clicca la foto per ingrandirla in un'altra pagina
Torre nel Golfo di Porto Conto

L'etimologia del nome "Capo Caccia" risale al 1600, quando diversi cacciatori, attirati dalla presenza e dall'abbondanza di diverse specie di animali come lepri, cinghiali, cervi e vari tipi di uccelli, come i piccioni torraioli o selvatici, scelsero tale area per esercitare la loro attività. Grazie all'istituzione dell'area marina protetta la fauna è oggi tutelata, in modo da restare intatta, conservandosi nella sua straordinaria peculiarità. La zona circostante Alghero è molto famosa per la presenza di diversi siti archeologici. Lungo la strada Alghero-Porto Conte è infatti possibile visitare l'imponente nuraghe Palmavera, che si trova esattamente adagiato alle falde del colle omonimo. Il nuraghe è circondato da un villaggio nuragico risalente al XIII secolo a.C. e a tutt'oggi è considerato come una delle più interessanti costruzioni antiche dell'intera isola. I suoi resti più antichi sono caratterizzati da una doppia torre in roccia arenaria, un piccolo cortile interno e un lungo terrazzo continuo. In una fase ulteriore l'edificio è stato sottoposto a restauro e rafforzato con pietra calcarea. Esso possiede due corridoi: uno conduce all'interno della costruzione, mentre l'altro porta direttamente al cortiletto suggestivo, in cui si trova anche l'ingresso della torre principale. Le rovine delle sue mura racchiudono la vasta sala consiliare, la Capanna delle Riunioni, di 12 m di diametro, in cui è presente la sedia del consigliere, il piccolo trono del capo tribù e una vasca rettangolare per l'acqua sacra. Oggi, le rovine archeologiche scoperte durante gli scavi del 1960, vengono custodite gelosamente all'interno dei musei di Sassari e di Cagliari e documentano che l'edificio venne utilizzato per lungo tempo dalle civiltà successive fino al VII secolo a.C..


Artigianato e Prodotti Tipici
Torna in Alto

Tipici di queste zone sono i prodotti della pastorizia locale, come il pecorino sardo o la carne di pecora cotta allo spiedo. I prodotti del mare vengono elaborati in piatti saporiti e gustosi come le grigliate di pesce alla brace, l'aragosta e i primi piatti con crostacei e molluschi, il tutto accompagnato dall'ottimo vino Vermentino di Sardegna.


Informazioni Turistiche
Torna in Alto

Indietro | HomePage | Inizio Pagina

una Realizzazione ascer.net - code and design. Realizzato per Comitato Parchi per Tutti da www.Ascer.net
l'indirizzo di questa pagina e': http://www.Parchipertutti.it/?LevelID=102