Criteri
criteri e orientamenti per gli organismi di gestione per promuovere la fruibilita' delle aree marine protette
Criteri e orientamenti per gli organismi di gestione per promuovere la fruibilita' delle aree marine protette
Il nostro Paese, più di ogni altro, dispone di un immenso patrimonio naturalistico, storico ed archeologico di grande valore culturale (nota 45). Esso è il più ricco e significativo a livello mondiale e costituisce di conseguenza anche una importante risorsa economica, purtroppo ancora sotto utilizzata. Solo da qualche tempo sembra che lo Stato abbia individuato nella tutela e valorizzazione di questo patrimonio un volano di produzione economica di primaria importanza che potrà, entro tempi medi, generare risorse dirette ed indotte di portata per nulla trascurabile. Nasce così l'opportunità di una politica di "conservazione integrata" che si intreccia con quella economica, della cultura, dell'ambiente e del territorio. Essa assume il patrimonio naturalistico e culturale come risorsa speciale non rinnovabile, ne promuove la manutenzione ed il restauro, nonché la valorizzazione e l'utilizzazione a fini pubblici e sociali.
è necessario perciò che anche l'immenso patrimonio ambientale e naturalistico del nostro Paese venga salvaguardato, ma al contempo deve essere potenziato sotto molteplici aspetti. Uno trai più significativi e maggiormente strategici da questo punto di vista, a nostro avviso, può essere costituito dall'innalzamento degli "standards qualitativi" e dal potenziamento delle caratteristiche attinenti il "comfort ambientale", la sicurezza dei siti e l'agevole fruibilità degli stessi e delle relative attrezzature da parte di tutti i cittadini.
Se così fosse, si renderebbe possibile una maggiore "visitabilità" delle aree e dei comprensori di interesse ambientale, storico e archeologico. è utile, al proposito, ricordare che per "visitabilità", secondo la definizione del D.M. n. 236/89, art. 2, si intende anche la possibilità, da parte delle persone con ridotte capacità motorie o sensoriali, di accedere e di fruire agevolmente degli "spazi di relazione" i quali, nell'ambito dei luoghi di lavoro, di servizio e di incontro, sono quelli in cui "il cittadino entra in rapporto con la funzione svolta" e quindi anche con le aree naturalistiche di particolare valore ambientale.
In relazione a questi spazi, potenziando quindi la "visitabilità" ed il comfort ambientale, si amplierebbe concretamente la possibilità di utilizzazione di questi importanti beni culturali e naturalistici anche da parte delle persone anziane, che normalmente sono caratterizzate da un maggior affaticamento e quindi da una più limitata autonomia, ed a quelle che, in modo temporaneo o permanente, risultano svantaggiate per una ridotta capacità motoria o sensoriale (artrosici, cardiopatici, obesi ecc.).
Questo obiettivo può e deve essere raggiunto mediante le opportune operazioni di recupero e salvaguardia degli spazi e degli immobili che contemplino, tra l'altro, opere finalizzate all'adeguamento della normativa vigente in materia di accessibilità ed eliminazione delle barriere architettoniche. La fascia di persone interessate, in modo più o meno sensibile, da questo aspetto rappresenta una percentuale consistente, pari ad oltre un quinto del totale della popolazione. Perciò risultano evidenti le conseguenze negative, sotto vati profili, dovute alla presenza di barriere ambientali o di ostacoli di vario tipo, che riproducono nei confronti di una agevole e sicura fruizione delle aree in argomento e di complessi di particolare valore naturalistico e ambientale.
Occorre conseguentemente, pur nel doveroso rispetto dell'identità degli specifici luoghi, predisporre progetti e individuare strategie operative finalizzate oltre alla manutenzione e valorizzazione del patrimonio esistente, anche a rendere maggiormente percorribili e più agevolmente "visitabili" questi beni dalla maggior parte delle persone. Tutto ciò mettendo in atto quelle utili integrazioni e trasformazioni capaci di risolvere efficacemente i bisogni emergenti senza peraltro mortificare l'identità dei siti in questione. Le difficoltà che si incontrano nel percorrere e nel fruire di tali aree, che molto spesso hanno notevole estensione, sono costituite generalmente dal dover percorrere a piedi distanze di svariate centinaia di metri (distanze ettometriche), anche su percorsi disomogenei e scomodi per chiunque e superare dislivelli dovuti alle differenze di quota dei diversi siti o degli immobili esistenti all'interno delle aree stesse.
Questi disagi vengono ovviamente potenziati in particolari situazioni atmosferiche (pioggia, caldo eccessivo, ecc.). L'obiettivo di un miglioramento della "visitabilità" può essere perseguito individuando tra gli itinerari di primaria importanza, quelli che, di fatto, sono più agevolmente percorribili, privi cioè di ostacoli fisici (barriere architettoniche), lungo i quali indirizzare il pubblico dei visitatori nella sua generalità. Si tratta, cioè, di evitare ai frequentatori, ove possibile, quelle difficoltà che si incontrano lungo i percorsi che generalmente sono costituite da cordonate o gradini, tratti con pendenze eccessive, risalti e pavimentazioni sdrucciolevoli, irregolari se non addirittura sconnesse, spesso composte da materiali lapidei non complanari.
Per tutti questi motivi infatti non appare logico né funzionale che la fruizione di questi luoghi debba coincidere con il calpestarli, provocando quindi diverse situazioni che sono fonte di disagio e di pericolo. In effetti le diverse difficoltà che si incontrano nell'ambito di tali aree si sommano e si intersecano e rendono, per molte persone, particolarmente difficoltosi i percorsi per effettuare gli itinerari di visita.
Spesso si è in presenza di luoghi molto delicati e pericolosi anche per il visitatore medio nei quali sono presenti situazioni non sempre proteggibili e dove difficilmente risultano inseribili, in modo corretto, opere e manufatti di sorta in quanto essi possono provocare disturbo o danno. Per questo, a volte, può risultare efficace ai fini che ci proponiamo individuare, lungo i percorsi suggeriti per la visita, luoghi o postazioni adatti a favorire una visione d'insieme o panoramica. Sotto questo profilo appare opportuno potenziare il più possibile la fruizione dei luoghi in termini di comprensione del sito naturalistico/ambientale in sé, ossia della sua struttura morfologica, stratigrafica, storica e culturale ecc.
L'atteggiamento positivo di pensare in termini di possibilità di fruizione più agevole di questi luoghi, sta fortunatamente muovendo i primi passi. Ciò avviene anche sulla base del processo, lento ma inarrestabile di crescita della cultura dell'accessibilità, ovvero della spinta verso l'obiettivo delle pari opportunità o dell'eguaglianza tra i cittadini. A ben vedere, peraltro, fin dalla sua emanazione nel lontano 1971, la legge n. 118, all'art. 27, prescriveva che "in nessun luogo pubblico o aperto al pubblico può essere vietato l'accesso ai minorati".
è evidente quindi che, se fosse stato più sviluppato questo tipo di approccio culturale anche nei confronti delle aree naturali protette, per esse avrebbero dovuto, nel tempo, essere predisposti i necessari adeguamenti. Avrebbero dovuto comunque essere emanati gli opportuni provvedimenti ed istruzioni, di carattere organizzativo e amministrativo-gestionale, per facilitare la fruizione delle stesse anche da parte delle persone anziane o con disabilità.
Sfortunatamente invece per troppo tempo si sono date interpretazioni erronee e superficiali ai contenuti delle leggi in materia di accessibilità. Infatti si è sostenuto, nella maggior parte dei casi, che gli obblighi di legge e le relative prescrizioni alle amministrazioni interessate nei confronti della fruibilità generalizzata degli spazi e degli immobili "vincolati", potessero non considerarsi tali poiché comunque lesivi del "bene tutelato" che, per altri versi occorre certamente salvaguardare.
Ma salvaguardia non vuol dire intoccabilità, cristallizzazione degli immobili, non rispetto degli obblighi di legge. Per decenni non si è fatto nulla per rendere meno scomodi gli immobili "vincolati" ai sensi delle famose leggi del 1939, che per una parte dei cittadini risultano, viste le loro caratteristiche, assolutamente inaccessibili. L'azione di sano "smantellamento" di questa assurda, quanto illegittima teoria interpretativa è iniziata ufficialmente con l'emanazione della legge n. 13/1989, ed in particolare con quanto contenuto e prescritto dagli artt. 4 e 5. Successivamente sono stati precisati meglio alcuni concetti base con la legge n. 104/1992, art. 24, comma 2.
Allo stato attuale finalmente, con il recente D.P.R. n. 503 del 24/07/1996 è stato chiarito definitivamente che l'eventuale "deroga" all'applicazione della normativa non riguarda comunque gli "aspetti prestazionali" della fruibilità. Essi perciò devono essere in ogni caso garantiti, anche negli immobili con valore storico e nelle aree di interesse naturalistico, nei confronti delle persone con disabilità motorie. Particolare importanza, nei confronti dell'argomento trattato, assume il contenuto dell'art. 4 del su citato D.P.R. che, tra l'altro, ha integrato la normativa precedente ed ha abrogato il D.P.R. n. 384/78, in quanto obsoleto e talvolta di difficile applicazione. Infatti nell'art. 4 vengono precisati alcuni criteri progettuali relativi all'adeguamento per l'accessibilità e la visitabilità di aree e spazi pubblici, oltre che delle opere di urbanizzazione, a prevalente funzione pedonale (piazze, percorsi, aree verdi, ecc.). In questi casi, tra i quali rientrano quindi anche le aree naturali protette, devono essere previsti itinerari accessibili che consentano anche alle persone a mobilità ridotta o con problemi sensoriali "l'uso dei servizi, le relazioni sociali e la fruizione ambientale". Per perseguire queste finalità, alle quali peraltro non si può rinunciare, nel D.P.R. n. 503/96 stesso si suggerisce, in alternativa alla predisposizione di rampe non sempre consigliabili e risolutive, anche l'uso degli opportuni "impianti di sollevamento" quali ascensori, piattaforme elevatrici ecc.
Tutto ciò naturalmente viene indicato come utile criterio orientativo di progettazione. Infatti, in molti casi, si sono registrati riscontri negativi in relazione a soluzioni per il superamento dei dislivelli, quando sono state previste rampe pedonali o percorsi inclinati di lunghezza eccessiva e quindi che provocano comunque affaticamento. In alcuni casi di adeguamento sono state prescelte installazioni di apparecchiature quali i servoscala o montascala. Tali soluzioni, di fatto, nei luoghi aperti al pubblico non vengono utilizzate volentieri neanche dalle persone anziane o con disabilità motorie, in quanto costituiscono elemento discriminatorio e quindi emarginante, spesso di difficile gestione.
Sulla base di tutto quanto sopra osservato appare utile suggerire, in modo sintetico, alcune linee guida per la progettazione delle operazioni di adeguamento e razionalizzazione delle aree naturali protette:
- individuare e segnalare efficacemente uno o più ingressi all'area marina protetta, facilmente utilizzabili da tutti (accessibili). Essi devono essere nelle immediate vicinanze di parcheggi riservati alle auto al servizio delle persone con disabilità e, ove possibile, delle fermate dei mezzi di trasporto collettivo;
- adeguare all'interno di tali aree uno o più percorsi pedonali per la facile fruizione anche da parte di persone con ridotte capacità motorie o sensoriali;
- individuare lungo tali percorsi aree di sosta e di riposo ogni 50-100 metri, dotate di sistemi di seduta o di "appoggi ischiatici", possibilmente in luoghi riparati o coperti;
- prevedere le attrezzature ed i servizi quali telefoni, fontanelle, sistemi per l'informazione, punti di ristoro, zone d'ombra, servizi igienici, in modo che siano utilizzabili da chiunque;
- privilegiare ed indicare percorsi e punti panoramici, con sistemi di seduta, dai quali siano possibili vedute d'insieme di particolare interesse;
- predisporre comunque nei tratti di percorso in forte pendenza, ovvero con scale, gradinate o risalti altimetrici, solidi corrimano di facile prensibilità su entrambi i lati;
- in presenza di notevoli dislivelli di quota da superare possono prevedersi gli opportuni impianti di sollevamento quali ascensori e/o piattaforme elevatrici: essi possono essere installati all'interno di spazi racchiusi o all'esterno purchè protetti;
- per gli impianti museali ecc., caratterizzati da percorsi di visita di notevole estensione, occorre prevedere nelle vicinanze dell'ingresso o dei parcheggi riservati un "servizio di assistenza" per persone a ridotta mobilità, anche mediante la dotazione di piccoli mezzi elettrici individuali (elettroscooters) e/o di veicoli elettrici per 3/4 persone (club cars), condotti, su richiesta, da personale addetto (vedere al proposito quanto messo in atto nel complesso di Villa D'Este a Tivoli).
In conclusione siamo fermamente convinti che non esistano aprioristiche incompatibilità tra il patrimonio naturalistico e ambientale e l'applicazione di norme e di criteri per consentire responsabilmente una fruibilità generalizzata dello stesso. La salvaguardia "delle aree e degli immobili vincolati" deve interessare l'uomo nelle sue varie conformazioni e peculiarità, non già i siti e gli immobili in se stessi. Un corretto recupero ed una salvaguardia attiva delle preziose risorse naturalistiche e ambientali, di cui fortunatamente disponiamo, deve anche provvedere alla creazione di spazi adatti ad incentivare le relazioni tra gli uomini, con diverse esigenze, cercando tra l'altro di fornire pari opportunità tra tutti i cittadini.
Ciò premesso, per riguarda lo specifico delle Aree Marine Protette, si ritiene utile suggerire alcune indicazioni metodologiche e operative che identifichino le attività principali da promuovere per realizzare la più ampia fruibilità possibile. Tali azioni dovrebbero sempre essere, caso per caso, precedute da concertazioni con i soggetti rappresentativi delle categorie interessate.
Quindi le azioni principali dovrebbero essere volte a:
- Realizzare una ricognizione sullo stato di accessibilità/fruibilità dei luoghi, servizi e strutture delle Aree Marine Protette, con particolare riferimento al mare, unitamente all'individuazione dei vari ostacoli esistenti.
- Provvedere che il regolamento di attuazione del decreto istitutivo e di organizzazione dell'area, quale strumento di gestione, contenga, tra gli orientamenti e le prescrizioni, quelle relative a garantire la più ampia fruibilità possibile dell'area.
- Predisporre gli interventi per il superamento degli ostacoli ed in particolare impegnarsi affinchè le nuove opere e gli interventi sul patrimonio esistente, sui servizi e i programmi di pertinenza dell'area marina protetta, nonchè quelli offerti dai concessionari esterni (es. concessionari demaniali per impianti di balneazione), siano progettati e realizzati favorendo la più ampia fruibilità possibile.
- Dare, nella valutazione degli interventi da realizzare, la priorità a quelli mirati alla fruibilità delle strutture e dei servizi dell'area stessa.
- Realizzare idonee forme di comunicazione, informazione e formazione finalizzate a promuovere la conoscenza diffusa sui temi della accessibilità del mare, del territorio, delle strutture e dei servizi.
- Impegnarsi a sostenere programmi e progetti, anche in collaborazione con gli enti pubblici e privati interessati, per favorire l'integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità.
- Utilizzare ogni possibile fonte di finanziamento comunitario e nazionale, ad integrazione o in alternativa agli stanziamenti messi a disposizione dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, con l'attivazione anche di eventuali partenariati, per la realizzazione degli interventi nel settore.
"Nello svolgimento delle diverse azioni in argomento sembra opportuno sottolineare che non è tanto importante il raggiungimento di una improbabile accessibilità "totale", quanto quella di realizzare un'effettiva "visitabilità" dei luoghi, quali ad esempio raggiungere punti panoramici di particolare interesse, attraverso percorsi accessibili o mediante sistemi alternativi di trasporto (elettroscooters, club cars, ecc.)" (F. Vescovo, Convegno di Norcia 2003).
Le autorità di gestione delle Aree Marine Protette potranno, pertanto, identificare attività programmatiche proprie, o da coordinare anche con altre Amministrazioni Centrali o periferiche (altre aree protette limitrofe, enti locali o amministrazioni regionali), al fine di diminuire le difficoltà, gli impedimenti e le illegittimità esistenti in materia di fruizione generalizzata dell'ambiente.
DECALOGO PER "PROGETTARE RESPONSABIL-MENTE"
(Elaborato nell'ambito del progetto della Regione Lazio, Dipartimento Urbanistica e Casa, "Città per tutti: accessibilità, mobilità, comfort ambientale" dall'Arch. Fabrizio Vescovo).
- Qualsiasi corretta azione progettuale deve avere come riferimento un'utenza ampliata (Universal Design ). Occorre far riferimento non solo alle persone su sedia a ruote ma a tutte quelle con ridotta mobilità. Esistono diverse tipologie di svantaggi motori o sensoriali (affaticamento, ridotta autonomia, difficoltà di orientamento, ecc.);
- Le distanze da percorrersi a piedi costituiscono un affaticamento per chiunque; per alcuni un ostacolo insormontabile . Occorre evitare di dover necessariamente percorrere eccessive distanze (anche se con tracciati privi di gradini) per raggiungere una meta. Si considera accettabile un percorso inferiore a 50 mt;
- In complessi edilizi di notevoli dimensioni e' opportuno prevedere anche ingressi alternativi, nelle vicinanze di luoghi raggiungibili dalle auto, ove sia possibile parcheggiare . Sono comunque da evitare attrezzature "dedicate" o percorsi riservati esclusivamente alle persone con disabilità;
- Le rampe non sempre risolvono i problemi relativi al superamento dei dislivelli . Esse possono essere previste per superare modeste differenze di quota (1,00-1,50 mt) e solo se realizzate con lievi pendenze;
- Per dislivelli maggiori occorre prevedere ascensori o piattaforme elevatrici, anche ricorrendo a "soluzioni alternative" , come previsto dalla normativa vigente;
- L'installazione di servoscala per l'adeguamento di locali aperti al pubblico e' da sconsigliarsi per diversi evidenti motivi tecnici, gestionali e psicologici. Costituisce solo "l'ultima ratio";
- Nei luoghi aperti al pubblico deve essere realizzato almeno un servizio igienico "accessibile" non "dedicato agli handicappati", ma utilizzabile da tutti. Non deve essere un servizio in più;
- Ove esista l'obbligo di servizi igienici divisi per sesso devono essere previsti almeno due servizi accessibili , anch'essi utilizzabili da tutti;
- Le dimensioni di tali servizi igienici possono anche essere contenute purchè sia possibile la fruizione da persone su sedia a ruote , anche prevedendo la manovra della stessa nello spazio antistante (antibagno). Inoltre per i servizi igienici "accessibili" non sono necessarie attrezzature o apparecchi "speciali" e quindi più onerosi, ma solo accorgimenti logici con oggetti "normali";
- In conclusione il rispetto delle norme vigenti si ottiene con la conoscenza delle vere esigenze delle persone reali .
La Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili (FAND) in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi (UIC) e l'Ente Nazionale Sordomuti (ENS) suggerisce di tenere presenti le seguenti indicazioni:
Per quanto riguarda i disabili visivi:
- all'inizio dei percorsi prevedere una mappa tattile con rappresentazione in rilievo e visivamente contrastata per favorire l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi a chiunque, ed in particolare a persone non vedenti ed ipovedenti. Questa mappa deve essere semplice ed essenziale; mostrare soltanto i punti di riferimento, le caratteristiche principali del percorso e la localizzazione delle stazioni motorie. è utile fornire una legenda in Braille e con caratteri ingranditi per gli ipovedenti che dia ulteriori informazioni e spiegazioni;
- per facilitare l'orientamento del disabile visivo prevedere la strutturazione di percorsi in cui sistemare soste;
- realizzare percorsi con un fondo distinguibile al tatto plantare rispetto al terreno circostante, che può essere in terra battuta, ghiaia o altro; le guide devono essere distinguibili anche per colore e luminanza per creare contrasto cromatico con il fondo per gli ipovedenti;
- far conoscere ai visitatori non vedenti le descrizioni utilizzando pannelli o tabelle plastificati da esterno in scrittura Braille;
- prevedere per gli ipovedenti anche tabelle con scritte a caratteri ingranditi in un colore contrastante dal fondo.
Per quanto riguarda i disabili dell'udito:
- reperire ed installare apparecchi che consentano anche ai sordi di utilizzare le postazioni telefoniche pubbliche (quali il DTS-dispositivo telefonico speciale, telefono su tastiera alfanumerica per l'invio di SMS, fax);
- installare pannelli con le comunicazioni trasmesse per altoparlante;
- realizzare parcheggi ed ingressi per evitare il pericolo derivante da automotoveicoli in transito, in presenza di soggetti privi dell'udito;
- tenere presente che l'isolamento relazionale in cui si trova il sordo causa per lui una situazione particolarmente stressante e di non semplice gestione, soprattutto per la sua "invisibilità", ma tale da giustificare anche per questa categoria di disabili la possibilità di accedere e fruire degli spazi in argomento e delle strutture annesse, saltando la consueta fila di persone normodotate.
Sarebbe anche opportuno che il personale di servizio nelle strutture fosse a conoscenza del seguente "decalogo" della comunicazione con una persona sorda:
- Per consentire al sordo una buona lettura labiale la distanza ottimale nella conversazione non deve mai superare il metro e mezzo.
- La fonte luminosa deve illuminare il viso di chi parla e non quello della persona sorda: bisogna parlare con il viso rivolto alla luce.
- Chi parla deve tenere ferma la testa.
- Il viso di chi parla deve essere al livello degli occhi della persona sorda.
- Occorre parlare distintamente, ma senza esagerare. Non bisogna in alcun modo storpiare la pronuncia. La lettura labiale si basa infatti sulla pronuncia corretta.
- Si può parlare con un tono normale di voce, non occorre gridare. La velocità del discorso inoltre deve essere moderata: né troppo in fretta, né troppo adagio.
- Usare possibilmente frasi corte, semplici ma complete. Non occorre parlare in modo infantile. Mettere in risalto la parola principale della frase. Usare espressioni del viso in relazione al tema del discorso.
- Non tutti i suoni della lingua sono visibili sulle labbra: fare in modo che la persona sorda possa vedere tutto ciò che è visibile sulle labbra.
- Quando si usano nomi di persona, località o termini inconsueti, la lettura labiale è molto difficile. Se il sordo non riesce, nonostante gli sforzi, a recepire il messaggio, anziché spazientirsi, si può scrivere la parola in stampatello. Oppure usare, se la si conosce, la dattilologia (l'alfabeto manuale).
- Anche se la persona sorda porta le protesi acustiche, non sempre riesce a percepire perfettamente il parlato. Occorre dunque comportarsi seguendo queste regole di comunicazione.
- Per la persona sorda è difficile seguire una conversazione di gruppo o una conferenza senza interprete. Occorre quindi aiutarlo a capire almeno gli argomenti principali attraverso la lettura labiale, trasmettendo parole e frasi semplici e accompagnandola con gesti naturali.
La fruibilità delle strutture
Le strutture delle Aree Marine Protette
Dall'analisi dei dati forniti dai soggetti gestori delle Aree Marine Protette emerge che su 56 strutture per la fruizione quali centri visita, musei, sedi degli enti di gestione presenti, 33 sono fruibili (accessibili o visitabili) (nota 46). Ciò mette in evidenza la necessità di intervenire con progetti volti all'adeguamento delle strutture già esistenti (nota 47) ed alla progettazione e realizzazione di nuove strutture che rispondano ai requisiti di fruibilità generalizzata."Quando si parla di parchi o di aree naturalistiche appare corretto non riferirsi alla definizione ufficiale di "accessibilità" ma, a quella di fruizione, la più generalizzata possibile, di questi beni particolari, di questi "spazi preziosi". Questo non vuol dire rendere possibile a chiunque l'utilizzazione di qualsiasi luogo o di ogni situazione ambientale; ciò sarebbe assurdo oltre che inopportuno anche per evidenti ragioni e motivi di sicurezza. Occorre invece avere come obiettivo praticabile quello di consentire una più limitata ma concreta "visitabilità", almeno per i luoghi più interessanti e significativi, ad una fascia di persone più ampia possibile, che comprenda quindi anche chi ha ridotta capacità motoria o sensoriale. Vuol dire organizzare e realizzare sul territorio diversificate ed opportune opere, adeguamenti ed accorgimenti, oltre che predisporre provvedimenti per una attenta e responsabile gestione, dopo aver ben compreso le variegate esigenze dei possibili fruitori, compresi coloro che sono caratterizzati da difficoltà motorie o sensoriali, temporanee o permanenti. Queste persone devono essere messe in grado di utilizzare al meglio le disponibilità e le opportunità che queste particolari porzioni di territorio possono offrire. E' evidente che l'obbligo di legge di rimuovere gli ostacoli architettonici si riferisce essenzialmente agli spazi costruiti quali edifici, piazze, percorsi, ecc. Ovviamente però le finalità dei provvedimenti vigenti sono quelle di consentire a chiunque la maggiore libertà possibile di scelte, nella fondamentale ed ineludibile direzione delle pari opportunità. I diversi documenti normativi succedutisi nel tempo (L.118/71- art.27, DPR 384/78, L.394/91, L.104/92 , DPR 503/96) hanno sempre più cercato di evidenziare un concetto informatore: qualsiasi opera realizzata dall'uomo deve poter essere utilizzabile agevolmente da tutti . Quindi anche le azioni di adeguamento o di mantenimento degli immobili e delle opere costruite, nonché degli spazi e degli ambienti non racchiusi, devono essere pensati ed organizzati tenendo anche conto delle esigenze delle " persone reali", peraltro tra di loro molto diversificate.
Il concetto di rendere "visitabile" da tutti , cioè fruibile almeno nelle sue parti essenziali o nelle porzioni più caratteristiche, un parco, uno spazio aperto, un'area naturalistica, in analogia a quanto previsto dalla normativa vigente per i luoghi pubblici o aperti al pubblico, è relativamente recente. Peraltro le persone che soffrono per limitazioni o svantaggi di tipo motorio o sensoriale, a causa dell'età avanzata o per eventi negativi, non pretendono certo l'impossibile, non chiedono una accessibilità "estrema" dei luoghi, come ad esempio percorrere sentieri impervi e difficili o scalare "agevolmente" montagne o pendii. Chiedono invece, con forza e consapevolezza crescente, che sia loro consentito di accedere e di potersi "immergere" e di godere di questi meravigliosi ambienti naturali". (F. Vescovo, Convegno di Norcia 2003)
Le strutture turistico-ricettive
La fruizione delle Aree Marine Protette può altresì comportare, in caso di visite prolungate, la opportunità di utilizzare le strutture ricettive (hotel, camping, agriturismi, villaggi turistici ecc.) presenti nell'ambito del territorio interessato. E' quindi di interesse degli organismi di gestione delle AMP che anche i visitatori con disabilità e con diverse esigenze possano trovare in tali strutture condizioni favorevoli alle loro esigenze. Al fine di promuovere l'ampliamento dell'utenza in questo ambito, i suddetti organismi di gestione possono predisporre appositi programmi di incentivazione e di assistenza sul piano economico e strutturale, che i gestori delle strutture ricettive possono utilizzare per adeguare le loro strutture. In questo ambito possiamo inoltre osservare che anche le strutture agrituristiche, possono assumere un'importanza particolare, ai fini della possibilità di visitare parchi e più in generale le aree naturali protette (nota 48).La fruibilità dei percorsi a terra
L'analisi dello stato di fatto ha messo in evidenza che dei sentieri/percorsi presenti nel territorio dei comini facenti parte delle stesse AMP solo 5 sono accessibili. Di seguito vengono forniti alcuni suggerimenti e criteri per rendere i percorsi maggiormente fruibili.
Guida alla visita delle Aree Marine Protette
La base del sistema informativo di un'area protetta, presso cui indirizzare i visitatori e in particolare le persone con disabilità, è costituita dal centro visita e/o di informazione, presso il quale poter reperire tutte le indicazioni necessarie per visitare l'area. Essi devono fornire corrette indicazioni sulla direzione da prendere e informarlo sulle caratteristiche e le difficoltà del sentiero da percorrere, quali la lunghezza, la pendenza, la natura del suolo, le difficoltà da superare (ponti, ruscelli ecc.), la distanza del punto di arrivo e di quelli intermedi. Dotare fin dall'inizio i visitatori di una guida di facile consultazione (pubblicazioni, depliant, mappe ecc.) è un mezzo estremamente utile per favorire una più agevole fruizione del percorso grazie alla conoscenza preventiva delle difficoltà che in particolare debbono essere affrontate dalle persone con disabilità, oltre a contribuire al superamento delle barriere.Informazioni sul tipo di calzature, di carrozzina, di vestiario da adottare in relazione all'itinerario da percorrere, possono rivelarsi fondamentali per la visita e per la fruizione dell'area protetta. Ogni persona, in conclusione, grazie alle informazioni ricevute, potrà così essere messa in condizioni di valutare più attentamente le proprie capacità anche in relazione al percorso da intraprendere. Di estrema importanza è quindi la posizione di pannelli, tabelloni ecc. che, al fine di facilitare la lettura da parte di bambini e adulti, non debbono superare altezze eccessive dal suolo, eventualmente con variazioni di inclinazione del piano di lettura. I caratteri e i disegni presenti sui vari pannelli, tabelloni ecc. è opportuno che risultino fortemente contrastati con lo sfondo in modo da favorire la lettura anche da parte di persone ipovedenti.
Come abbiamo già accennato in altre parti cartelli, targhe, tabelle, pannelli, plastici, cartine ecc. è bene siano realizzati in modo da essere "leggibili" anche utilizzando altri sensi oltre la vista. Le informazioni possono essere trasmesse anche con mezzi sonori (audiocassette, segnali acustici, messaggi registrati e posizionati in vari punti), mappe tattili cioè con disegni in rilievo e/o in caratteri Braille. Mentre messaggi olfattivi e uditivi possono guidare ipo e non vedenti, consentendo loro una adeguata fruizione dell'ambiente circostante. L'olfatto può essere stimolato, creando zone piene di essenze odorose, mentre si può fornire una guida tattile anche per aiutare il riconoscimento della vegetazione. Guide a terra e corrimani in corda o legno con intervallate particolari incisioni, possono aiutare la deambulazione e l'orientamento dei non vedenti, facilitare il cammino di un anziano affaticato, nonché possono consentire indistintamente a tutti i visitatori un'occasione per stimolare l'utilizzo di sensi diversi dalla vista, fruendo di sensazioni nuove e piacevoli tramite i citati segnali sensoriali.
Parcheggi
Per ogni area naturalistica interessata occorre realizzare opportune zone riservate di parcheggio, affinché essa possa essere agevolmente raggiunta con mezzi pubblici e privati da persone con disabilità. Parimenti è opportuno che ogni percorso fruibile possa avere inizio da un'area di sosta per i veicoli al servizio delle persone con svantaggi motori.Servizi al visitatore
I servizi, quali cabine telefoniche, servizi igienici, aree di sosta attrezzate e di ristoro, foresterie ecc. debbono anch'essi essere progettati al fine di realizzare la più ampia fruibilità possibile. Infatti anche se per limiti oggettivi dei luoghi non è possibile realizzare una piena accessibilità, è tuttavia di grande importanza promuovere almeno la visitabilità degli stessi, cioè rendere fruibili almeno i luoghi con le caratteristiche di maggior pregio delle aree interessate. In questa prospettiva si raccomanda agli organismi di gestione delle Aree Marine Protette di mettere in atto servizi di trasporti alternativi che rispondano alle esigenze di persone con disabilità motorie o problemi di autonomia. A tale scopo possono essere utilizzate varie tipologie di veicoli che vanno dai minibus elettrici o a metano con piattaforma elevatrice, ai mezzi elettrici con tre-quattro posti (club cars), analoghi a quelli utilizzati nei campi da golf, fino agli utilissimi elettroscooters monoposto a tre-quattro ruote.Il superamento delle distanze
"Il dover percorrere a piedi tratti di notevole estensione (a volte anche poche centinaia di metri), costituisce per molti una situazione di disagio ed un serio problema di affaticamento; in alcuni casi una vera" barriera" insormontabile, per le persone che hanno forte difficoltà di deambulazione e/o limitazioni dell'autonomia. La situazione peggiora ulteriormente se il percorso è irregolare, con andamento altimetrico variabile o con pavimentazioni o fondo irregolare. Occorre perciò tener conto delle diverse esigenze di ciascuno e provvedere a far superare questo tipo di ostacolo mediante la possibilità di utilizzare mezzi e veicoli di vario genere, a seconda delle situazioni specifiche. Interessante al proposito riferirsi al contenuto di una importante direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici (Circ. Min.LL.PP. 13/06/1983 ."Orientamenti relativi alle facilitazioni per la circolazione e la sosta dei veicoli al servizio delle persone invalide" ). Come criteri orientativi si possono ad esempio immaginare soluzioni che contemplino l'uso facilitato, ed in successione, di diverse tipologie e caratteristiche e dimensioni di veicoli (minibus ecologici a metano o elettrici, auto fuoristrada, club-car, elettro-scooter, ecc.). In questo caso si può parlare di micro-intermodalità, cioè della possibilità di passare agevolmente da un mezzo all'altro senza incontrare ostacoli." (F. Vescovo, Convegno di Norcia 2003)Il superamento dei dislivelli
"Ovviamente questo aspetto comprende casi ed ipotesi molto variegate in funzione delle diverse situazioni contingenti da risolvere. Dalla necessità di superare modesti dislivelli risolvibili con rampe o brevi piani inclinati di opportuna pendenza, alla necessità di superare forti salti di quota utilizzando, a seconda dei casi, mezzi e veicoli appropriati e comunque accessibili ovvero attrezzature meccanizzate quali funicolari, teleferiche, ascensori inclinati, ascensori da cantiere, piattaforme elevatrici, ecc. Spesso occorre immaginare soluzioni articolate e complesse che siano in grado di costituire "sistema" utilizzando cioè un insieme di attrezzature, di veicoli con caratteristiche e dimensioni differenti, ed di apparati tecnici che siano in grado comunque di raggiungere il risultato da perseguire.In molti casi per superare le descritte difficoltà ambientali deve poter essere consentito alle persone con difficoltà motorie l'uso del veicolo privato al loro servizio, che, con le dovute cautele ed attenzioni, consente di "conquistare" punti panoramici o di particolare suggestione o di poter utilizzare "normalmente" e senza eccessive difficoltà le attrezzature collettive ed i servizi dell'area protetta (punti informazione, ristoro, toilette, ecc.). (F. Vescovo, 2003)
I sentieri
L'interazione con il territorio delle aree naturali protette contribuisce certamente a promuovere presso i visitatori lo sviluppo di una sensibilità nuova verso l'ambiente e i suoi valori, sia per quanto riguarda gli aspetti naturalistici che quelli storico-culturali. Si tratta di un'opportunità di grande rilievo dalla cui fruizione nessuno dovrebbe essere escluso.In questa prospettiva la progettazione di un sentiero, di una struttura, di un servizio in un'area naturale protetta deve pertanto essere realizzata non solo tenendo conto degli aspetti economici e ambientali, ma anche preoccupandosi delle aspettative e delle potenzialità psicofisiche dell'utenza. Pertanto i sentieri al servizio delle AMP dovrebbero essere utilizzabili facilmente e dotati di segnaletica direzionale e didattica per facilitare l'orientamento e la conoscenza delle caratteristiche delle zone attraversate.In particolare quei percorsi che servono a raggiungere "spazi e mete preziosi" per gli aspetti paesaggistici, botanici, faunistici e storico-culturali eccetera. Detti sentieri e percorsi non devono essere progettati solo per persone con disabilità, ma possono essere caratterizzati da diversi livelli di difficoltà. Da qui quindi l'esigenza di predisporre lungo l'itinerario strumenti informativi tali da mettere ogni utente nella condizione di effettuare le proprie scelte in base alle specifiche capacità individuali.
E' opportuno che i sentieri fruibili abbiano inizio nei pressi dell'accesso principale del centro visita o di informazione ove sia disponibile una area di sosta per gli autoveicoli autorizzati. Può essere interessante prevedere "sentieri ad anello" in modo da consentire all'utente di terminare il percorso laddove l'ha iniziato. Dal sentiero di base si possono inoltre diramare altri sentieri, anche con un grado di fruibilità minore, purché segnalati, per raggiungere luoghi di particolare interesse. Tutto questo al fine di permettere un primo approccio alla natura soprattutto a coloro che non dispongono di molta autonomia di spostamento, ma desiderano comunque godere di sensazioni ed immagini suggestive senza necessariamente dover tornare indietro.Le "aree di sosta" ove potersi riposare, dovranno integrare la realizzazione di qualsiasi percorso o itinerario. Tali aree di sosta, dotate possibilmente di zone d'ombra, dovranno includere, in caso di punti di particolare importanza naturalistico-ambientale, strutture informative anche per persone con disabilità, nonché essere allo stesso tempo luoghi di riposo e di conoscenza e incontro con gli altri visitatori. Fontanelle, panche, servizi igienici, tettoie, cestini per rifiuti, pannelli didattici debbono quindi costituire la dotazione di ciascun itinerario, se non di ciascuna area di sosta. Per le persone con disabilità occorrerà inoltre prevedere in tali aree, oltre le strutture sopra elencate, sedili con schienale e braccioli, appoggi ischiatici, nonché piani di appoggio per attività varie (scrivere, leggere, alimentarsi, giocare ecc.).
In sintesi una volta individuato un percorso adatto anche alle persone con disabilità, gli interventi da realizzare per ottenere una accessibilità di base sono:
- Creazione di zone di sosta anche per autoveicoli al servizio di persone disabili in corrispondenza dell'inizio del percorso con eventuale zona di scambio attrezzata con mezzi alternativi di trasporto (elettroscoters, club cars ecc.) e possibilmente di servizi igienici per tutti;
- Eliminazione lungo l'itinerario di impedimenti di varia natura (radici, rami, e avvallamenti ecc.);
- Realizzazione di aree di sosta lungo il percorso munite di sistemi di seduta possibilmente coperti;
- Posizionamento di segnaletica con informazioni sulla lunghezza e difficoltà del percorso, la posizione delle eventuali aree di sosta, fontanelle e servizi. Durante il percorso tabelle o pannelli costruiti secondo le diverse esigenze dell'utenza per fornire informazioni sintetiche sulle caratteristiche botaniche, paesaggistiche e faunistiche presenti nell'area. Per i non vedenti esse saranno riportate su targhe inclinate con scrittura in Braille e/o su mappe tattili.
Sistemazione del terreno
Per una visitabilità delle AMP , o di alcune porzioni delle stesse, può risultare utile apportare parziali modifiche alla conformazione del terreno relativo a determinati percorsi pedonali significativi. Ove sia consigliata la percorrenza a piedi, è infatti opportuno che il piano di calpestio abbia un fondo più regolare possibile, compatto e drenante, privo di ostacoli e non scivoloso. Qualora ci sia una presenza di ruscelli occorrerà evitare che il terreno venga eroso e diventi non più percorribile a causa del ristagno dell'acqua. A tal fine occorrerà realizzare un opportuno drenaggio mediante strati di materiale lapideo con dimensioni decrescenti fino al battuto di terra di copertura, senza modificare le pendenze del suolo, mantenendo i percorsi spontanei di deflusso delle acque e le zone di accumulo con l'eventuale uso di passerelle o ponticelli. Allo stesso modo di fronte a letti di torrente, scarpate o corsi d'acqua, dopo un'analisi della solidità del terreno, sarà utile posizionare delle passerelle. Di fronte a massi, ostacoli vari, sarà opportuno aggirare tali impedimenti con percorsi alternativi, agevolando il transito di persone con limitazioni motorie e sensoriali.La fruibilità dei servizi
La promozione e lo sviluppo sostenibile di un'area protetta non può non basarsi anche su una adeguata offerta di servizi nei settori dell'educazione ambientale, delle visite guidate, dell'informazione ai visitatori, dell'accoglienza, e della informazione e comunicazione. Naturalmente anche in questi ambiti occorre intervenire, tenendo conto delle esigenze espresse dalle persone con disabilità, dagli anziani, dai bambini ecc.. Nei punti seguenti, partendo dall'analisi delle checklists compilate dai soggetti gestori delle Aree Marine Protette, abbiamo sottolineato per ogni servizio preso in esame la situazione esistente, gli interventi necessari, riportando ove possibile, nel testo o nelle note, alcune indicazioni per rendere fruibili i servizi stessi (nota 49). I servizi collegati alla fruibilità del mare, analogamente a quanto effettuato nel paragrafo precedente per quello che riguarda le strutture, verranno trattati nel paragrafo successivo.
La formazione e l'aggiornamento professionale
In questo settore l'analisi delle checklists ci fornisce dati certamente poco confortanti in relazione al tema dell'accessibilità per l'utenza ampliata. Soltanto 2 Aree Marine Protette (13%) dichiarano infatti di aver svolto almeno un ciclo formativo sul tema. Mentre proprio per la natura attiva, sul piano dell'azione educativa, che l'area protetta riveste, si ritiene che una fondamentale funzione possa essere riconosciuta alla formazione, sia del personale interno che del personale esterno, comunque impegnato nella gestione dell'area stessa. Qui per formazione non si intende semplicemente l'organizzazione di eventi in grado di aumentare delle conoscenze tecniche, cosa comunque necessaria. Piuttosto si vuole evidenziare la natura trasformativa e rielaborativa della formazione, che deve poter essere una risorsa per il personale coinvolto, al fine di consolidare il loro ruolo di animatori di processi di cambiamento, che debbono saper ricoprire in una visione dell'area protetta non solo come oggetto di godimento estetico, ma anche come soggetto di azioni educative rivolte alla comunità locale e nazionale.L'educazione ambientale
Dai dati raccolti dalle Aree Marine Protette, risulta che soltanto 7 di queste aree (44%) sono in grado di offrire un servizio di educazione ambientale fruibile.Data l'importanza che l'educazione ambientale riveste, sia ai fini della formazione e della crescita culturale delle persone, che ai fini della promozione e della fruizione delle aree naturali protette, è evidente che essa rappresenta un punto fondamentale nelle attività svolte nelle Aree Marine Protette, nonché in tutte le altre aree naturali protette. Si tratta quindi di un servizio che va decisamente implementato e reso maggiormente inclusivo, se si vuole estendere il diritto di partecipazione e di fruizione ad un'utenza il più possibile ampliata (nota 50).Le visite guidate
Solo 7 Aree Marine Protette dichiarano di offrire un servizio di visite guidate per un'utenza ampliata. Anche in questo caso, tuttavia valgono le osservazioni concernenti il tema dell'educazione ambientale e della necessità di implementare al massimo tale servizio. Si rileva inoltre come progettare e programmare visite guidate all'interno del parco deve sempre essere riferito ad obiettivi non solo conoscitivi ma, soprattutto, di cambiamento (nota 51). Se il risultato prodotto dalle visite guidate è esclusivamente l'aumento delle conoscenze dei visitatori, probabilmente molta parte del potenziale di questo servizio sarà andato perduto. In realtà la visita guidata deve poter rappresentare per il visitatore un'esperienza discriminante perché in grado, in qualche misura, di distinguere un prima e un dopo . Ciò è particolarmente vero quando fruitori di questo servizio sono bambini e adolescenti, ancora pienamente impegnati nella costruzione delle proprie rappresentazioni sul mondo e sulla vita. Per assurdo potremmo dire che in una visita guidata più importanti delle conoscenze trasferite sono le emozioni, le empatie, le essenze che la guida sarà stata in grado di comunicare (nota 52).Il servizio informazioni ai visitatori
10 Aree Marine Protette (62%) dichiarano di avere un servizio informativo che fornisce informazioni sull'accessibilità e la fruizione del territorio. Soltanto 1 (6%) invece dichiara di offrire un servizio informativo tramite Internet in tal senso. A tale riguardo si rileva come, in relazione agli elementi di fruibilità generale, uno dei problemi maggiori rilevanza sia costituito dalla mancanza di informazioni in merito alla fruibilità delle strutture e dei servizi (nota 53). In particolare in riferimento al servizio di informazioni tramite internet è necessario che le Aree Marine Protette sviluppino progetti di adeguamento e realizzazione ex novo dei propri siti web in conformità ai protocolli internazionali in materia di accessibilità ed alla recente legge n. 4 del 9 gennaio 2004 che prescrive alle pubbliche amministrazioni di rendere i propri siti web accessibili anche da parte di persone con disabilità (nota 54). E' necessario quindi realizzare specifici interventi per informare un'utenza il più possibile ampia (nota 55).Le pubblicazioni
Dai dati raccolti dalle Aree Marine Protette risulta che solo 1 area (6%) dichiara di aver realizzato pubblicazioni che illustrino le caratteristiche di fruizione. Anche in questo caso occorre osservare che si tratta di un servizio che deve essere implementato, anche perché il materiale informativo prodotto dall'ente gestore è un veicolo di diffusione delle finalità perseguite, non solo in campo ambientale, ma anche sociale e culturale. Pertanto è opportuno non limitarsi ad operazioni di marketing o di auto-finanziamento, ma considerare le pubblicazioni come uno strumento strategico al fine di allargare la diffusione dei contenuti educativi animati dall'ente gestore oltre l'ambito dell'incontro diretto tra visitatore e realtà ambientale del parco. Anche per quanto riguarda questo servizio si pone, dunque, la necessità di curare adeguatamente la progettazione e la programmazione delle attività (nota 56).La fruibilità del mare
Gli aspetti legati alla fruibilità delle aree marine protette, per la loro particolare importanza in relazione all'obiettivo del presente documento, sono trattati separatamente. E' importante porre attenzione alle strutture e attrezzature utilizzate per l'accesso e la fruizione del mare quali ad esempio gli stabilimenti balneari, le strutture a servizio della nautica da diporto (porti e approdi turistici) (nota 57). Successivamente sarà affrontato il tema dell'erogazione di servizi legati alla fruibilità del mare quali ad esempio la possibilità di effettuare immersioni, la possibilità di noleggiare natanti accessibili o di effettuare escursioni turistiche dell'Area Marina Protetta attraverso un servizio pubblico o privato di trasporto, anche via mare.
I porti e gli approdi turistici (nota 58)
I porti e gli approdi turistici sono strutture funzionali alla nautica da diporto (nota 59). L'analisi dei dati forniti dalle Aree Marine Protette ha permesso di verificare la impossibilità, specie per le persone con problemi di mobilità gravi quali le persone non deambulanti, di accedere ai natanti e ai pontili, fissi o galleggianti, nonché alle banchine ed alle passerelle. Mentre la legislazione vigente individui prescrizioni e orientamenti in materia, sia per la progettazione di nuove strutture, che per la nautica da diporto o per l'adattamento di quelle esistenti.
Il Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione del 14 aprile 1998, relativamente al rilascio della concessione per la realizzazione di nuove strutture, stabilisce infatti che:- il progetto preliminare deve essere redatto in armonia con gli esistenti standard di settore, con particolare riferimento a quelli individuati dall'Associazione Internazionale di Navigazione (nota 60).
- Il progetto definitivo da allegare a istanze di concessione demaniale marittima per la realizzazione di strutture relative alla nautica da diporto, deve indicare nella relazione generale anche le soluzioni adottate per il superamento delle barriere architettoniche.
Per i porti e gli approdi turistici valgono, per quello che concerne i requisiti di accessibilità, le norme del D.P.R. del 24 luglio 1996, n. 503 "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici", e ciò con particolare riferimento:
- all'accessibilità del complesso portuale e degli edifici aperti al pubblico in esso compresi;
- alle pendenze, alle larghezze, alle protezioni laterali dei percorsi pedonali all'interno del porto turistico, rampe e pontili inclusi;
- ai locali adibiti a servizi igienici;
- ai parcheggi, ecc.;
I problemi legati all'accessibilità dei natanti ormeggiati in strutture come porti o approdi turistici, si possono ricondurre ai problemi legati alla variazione del livello del mare e, quindi, alla difficoltà del superamento, in autonomia, dei dislivelli tra le strutture fisse (banchine e/o pontili ) e quelle galleggianti (pontili galleggianti). Le passerelle di accesso ai pontili galleggianti hanno spesso pendenze eccessive (anche oltre il 30%), sono scivolose e non dotate di corrimano, oltre a presentare agli estremi scalini di non facile superamento. Basterebbe nella maggior parte dei casi allungare la passerella diminuendo la pendenza, realizzare il piano di calpestio in materiale antisdrucciolo, istallare un doppio corrimano garantendo una larghezza adeguata della passerella e raccordarla con il pontile o la banchina con rampette di pendenza adeguata. Questi semplici interventi risultano di notevole utilità non solo per le persone con disabilità, ma per tutti.
Natanti
Nel nostro Paese c'è stata una certa accelerazione, specie negli ultimi anni, nei confronti della progettazione e realizzazione di natanti accessibili anche per le persone con disabilità, nonché per gli adattamenti necessari sui natanti già realizzati già realizzate (nota 61). Ciò consentirebbe la fruizione del mare e la pratica di sport come la vela. Alcune imbarcazioni, come ad esempio il 2.4, consentono la partecipazione a regate ufficiali anche di atleti con disabilità motorie. Le classifiche delle regate non presentano differenziazioni tra velisti con disabilità e non. Il 2.4 è un'imbarcazione moderna, dalle prestazioni tecniche notevoli, inaffondabile, facile da trasportare e da mettere in acqua e, proprio per le sue caratteristiche, anche le persone con disabilità motorie possono accedere a tale sport con le stesse possibilità di altri.Oltre a disporre di un natante accessibile esiste la notevole difficoltà del passaggio tra il pontile ed il natante. Altra difficoltà che si presenta in tutti i tipi di barche è quella di salire a bordo (e scendere a terra) lungo una passerella. Questa è sempre incernierata su un punto fisso della barca. Ne consegue che se le maree fanno variare l'altezza del natante rispetto ad un pontile fisso, o se comunque c'è una notevole pendenza da superare, occorrono particolari accorgimenti. In alcuni casi, specie in presenza di persone su sedia a ruote è possibile utilizzare delle piccole gru per far salire le persone a bordo. In altri casi è possibile utilizzate altre soluzioni pratiche che consentono di salire e scendere in piena autonomia. Può essere realizzata una attrezzatura che consente di spostare una piattaforma in senso verticale dal piano di calpestio alla banchina, e volendo, arrivare addirittura al livello dell'acqua. Ciò agevola non solo la salita e la discesa, utilizzando un piano orizzontale ma consente anche di fare il bagno o l'attività subacquea senza particolari problemi (nota 62).
Immersioni subacquee (nota 63)
Le immersioni subacquee debbono essere consentite anche a persone con alcuni tipi di difficoltà motorie. L'immersione è un'attività positiva ed entusiasmante e può esercitare un ruolo di socializzazione. Svolgere questa attività può giovare molto ad una persona con difficoltà fisiche. Tali limitazioni fanno spesso ritenere impossibile l'idea di poter praticare tale sport. L'attrezzatura attuale ed i metodi didattici di rendono invece possibile l'immersione ad una notevole fascia di persone.Stabilimenti balneari (nota 64)
Dai dati disponibili forniti dai soggetti gestori delle Aree Marine Protette risulta che solo in pochissimi casi sono presenti nel territorio dei comuni, che afferiscono alle stesse Aree Marine Protette, stabilimenti accessibili e che garantiscano l'accesso al mare (e quindi alla spiaggia), come peraltro previsto dalla normativa vigente (nota 65).
Si elencano alcuni suggerimenti progettuali e comportamentali per il personale addetto agli stabilimenti balneari ed ai servizi di spiaggia di strutture ricettive (nota 66). I suggerimenti di carattere comportamentale, spesso trascurati o sottovalutati, sono spesso determinanti anche nella gestione di situazioni di routine .Indicazioni per la direzione dello stabilimento
- Prevedere alcuni parcheggi riservati per auto con contrassegno speciale per persone con disabilità, il più possibile vicino all'ingresso (1 ogni 50 o frazioni di 50).
- Raccordare il piano stradale al percorso pedonale di collegamento con l'ingresso dello stabilimento.
- Prevedere l'ingresso dello stabilimento accessibile, attraverso la realizzazione di piani inclinati o l'utilizzo di piattaforme elevatrici, se in presenza dislivelli notevoli.
- Prevedere nell'ingresso un sistema informativo in grado di fornire indicazioni ed orientamenti.
- Realizzare alcune cabine, WC e docce accessibili secondo la normativa vigente. Tali attrezzature possono essere utilizzate da qualsiasi cliente, se non richieste da persone con disabilità.
- Prevedere percorsi accessibili (guide e/o passerelle) che arrivino fino al bagnasciuga e che siano continui. Tali percorsi (nota 67) vanno realizzati con materiali a superficie regolare e complanare, tenuti liberi dalla sabbia, che costituisce un ostacolo al passaggio. Per l'accesso al mare possono risultare utili a molti sedie a ruote da spiaggia per fare il bagno stando seduti.
Indicazioni per il ricevimento dei clienti
- Rivolgersi al cliente con gentilezza e disponibilità a fornire anche indicazioni o informazioni.
- Nel caso di clienti con mobilità ridotta occorre evitare lunghi tempi di attesa per usufruire dei servizi disponibili (bar, noleggio lettini, ecc.) o prevedere una attesa con possibilità di seduta, nonchè tenere conto del problema dell'affaticamento nel superamento delle distanze. La cabina ed il posto spiaggia devono essere il più possibile vicini tra loro e raccordati da percorsi accessibili, preferibilmente vicini al WC, alle docce, al ristoro, etc. Se il soddisfacimento queste esigenze non fosse possibile, è opportuno chiedere al cliente quali servizi intende privilegiare.
- Nel caso di clienti ipovedenti e non vedenti si richiede attenzione ai percorsi di collegamento. Nella scelta occorre privilegiare luoghi collegati tra loro da percorsi lineari e semplici con riferimenti spaziali precisi. La zona deve essere il più possibile priva di disturbi dovuti al sovraffollamento e a rumori molesti.
- Nel caso di clienti ipoudenti o non udenti, dedicare più tempo nella fase di comunicazione, se necessario, utilizzando carta e penna. Per i clienti con protesi acustiche si raccomanda la scelta di una zona tranquilla, il più possibile priva di rumori di fondo o fonti sonore di disturbo. Se vi sono messaggi o comunicazioni per il cliente, bisogna considerare che possono essere inutili quelli fatti mediante altoparlante. Per cui occorre inviare un addetto del personale per avvisare il cliente direttamente o per consegnargli un messaggio scritto.
PRINCIPALI PROVVEDIMENTI NORMATIVI SULLA FRUIBILITA' DEL MARE
Circolare Ministero della Marina Mercantile 23 gennaio 1990
Oggetto: Legge 9 gennaio 1989, n. 13 "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati".Omissis......"in particolare, nei rilasciandi titoli concernenti concessioni per stabilimenti balneari o comunque strutture connesse alla fruibilità della balneazione, sarà inserita una apposita clausola la quale prescrive l'obbligo, da parte del concessionario, di apprestare almeno una cabina ed un locale igienico idoneo ad accogliere persone con ridotta od impedita capacità motoria o sensoriale, nonché di rendere la struttura stessa "visitabile" nel senso specificato dall'art. 3 punto 3.1 del decreto 236/89 sopra citato, soprattutto in funzione dell'effettiva possibilità di balneazione attraverso la predisposizione di appositi percorsi orizzontali".
Legge 5 febbraio 1992, n. 104
Legge Quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.Omissis......, art. 23, comma 3: "Le concessioni demaniali per gli impianti di balneazione e i loro rinnovi sono subordinati alla visitabilità degli impianti ai sensi del decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236, di attuazione della Legge 9 gennaio 1989, n. 13, e all'effettiva possibilità di accesso al mare delle persone handicappate".
Circolare Ministero della Marina Mercantile 25 marzo 1992
Oggetto: Legge 5 febbraio 1992, n. 104 art. 23, comma 3 - Visitabilità degli impianti balneari da parte di persone handicappate.Omissis......"L'entrata in vigore della citata Legge n. 104/92, per la cui attuazione sono state già impartite direttive alle sole Capitanerie di Porto con tele della Direzione Generale del Demanio Marittimo e dei Porti n. 5170418 del 21 febbraio 1992, comporta la necessità che già nella prossima stagione estiva gli stabilimenti balneari siano adeguati alle prescrizioni di legge, a meno che il rilascio o il rinnovo del titolo concessorio non si sia già perfezionato prima della data di entrata in vigore delle nuove disposizioni. Per consentire l'adempimento degli obblighi derivanti dalla Legge n. 104, tenuto conto dell'ormai imminente inizio della stagione balneare e della necessità di regolarizzare i rapporti concessori, si dispone che gli occorrenti adeguamenti strutturali realizzabili con impianti di facile rimozione siano consentiti senza aggiuntive formalità istruttorie. Per quanto concerne, invece, le situazioni le quali non possano essere riportate nell'ambito delle prescrizioni derivanti dalle disposizioni in esame se non mediante erezione di opere fisse, si dispone che nel titolo concessorio che occorre comunque rilasciare sia inserita apposita clausola con la quale sia fatto obbligo di presentare nel termine che sarà all'uopo fissato un progetto di adeguamento, con l'avvertenza che il mancato adempimento dell'obbligo comporterà la dichiarazione di decadenza dalla concessione ai sensi dell'art. 47 del Codice della Navigazione. La successiva istruttoria relativa alle occorrenti innovazioni sarà condotta con la massima celerità consentita, richiamando, per l'acquisizione degli occorrenti pareri, le disposizioni di cui all'art. 542 del Regolamento Marittimo, nonché quelle della Legge n. 241/90".
Legge 4 dicembre 1993, n. 494
Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime.Omissis......, art. 01, comma 1 "La concessione dei beni demaniali marittimi può essere rilasciata oltre che per servizi pubblici e per servizi e attività portuali e produttive, per l'esercizio delle seguenti attività: a) gestione di stabilimenti balneari"...omissis...;art. 01, comma 2 "Le concessioni di cui al comma 1, indipendentemente dalla natura o dal tipo degli impianti previsti per lo svolgimento delle attività, hanno durata di quattro anni; possono comunque avere durata differente su richiesta motivata degli interessati."...omissis...; art. 6, comma 1 "Ove, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Governo non abbia provveduto agli adempimenti necessari a rendere effettiva la delega delle funzioni amministrative alle Regioni"... omissis... "queste sono comunque delegate alle Regioni. Da tale termine le Regioni provvedono al rilascio e al rinnovo delle concessioni demaniali marittime"...omissis...;art. 6, comma 3 "Ai fini di cui al presente articolo, le Regioni predispongono, sentita l'autorità marittima, un piano di utilizzazione delle aree del demanio marittimo, dopo aver acquisito il parere dei sindaci dei comuni interessati e delle associazioni regionali di categoria, appartenenti alle organizzazioni sindacali più rappresentative nel settore turistico dei concessionari demaniali marittimi."...omissis...; art. 9, comma 1 "Ferma restando la norma di cui all'art. 23, comma 3, della Legge 5 febbraio 1992, n. 104 (a), laddove esistano obiettive difficoltà strutturali e ambientali, accertate dall'autorità marittima competente, alla predisposizione di specifici accessi da parte di ciascun concessionario, l'accesso al mare da parte dei soggetti handicappati è comunque garantito dalla realizzazione di idonee strutture per tratti ortograficamente omogenei di litorale. L'autorità marittima competente individua entro il 31 dicembre 1993 gli stabilimenti balneari più idonei a dotarsi delle strutture di cui al presente comma e promuove l'accordo con tutti i concessionari di stabilimenti balneari che insistono sul medesimo tratto omogeneo di litorale".
Avvocatura Distrettuale dello Stato di Ancona - Parere n. CS.252/93H del 19.7.93
Oggetto: non assoggettabilità a concessione edilizia delle opere fisse occorrenti per garantire ai disabili la visitabilità degli impianti balneari.Omissis......"...si verifica quando il privato realizzi opere su area del demanio. In tal caso si richiede, oltre alla concessione demaniale, anche la concessione edilizia: a meno che relativamente a quest'ultima la normativa vigente non detti norme particolari, come avviene in alcuni casi per la materia in esame. Infatti, mentre per la prima realizzazione delle strutture balneari i progetti devono contenere le previsioni di cui all'art. 1, comma 3 della Legge n. 13/1989 e secondo le regole generali occorre la concessione edilizia, invece per le innovazioni dirette ad eliminare le barriere architettoniche in edifici preesistenti, non sono soggette a concessione edilizia o ad autorizzazione le opere di cui all'art. 2 della Legge n. 13/1989 e sono soggette al regime autorizzativi di cui all'art. 48 della Legge n. 457/1978 e successive modificazioni ed integrazioni le opere consistenti in rampe o ascensori esterni ovvero in manufatti che alterino la sagoma dell'edificio (art. 7 Legge n. 13/1989)".
Circolare Presidenza Consiglio dei Ministri del 18 maggio 1999
Oggetto: Attuazione disposizioni di cui all'art. 23 della Legge 104/92. Concessioni demaniali per gli impianti di balneazione."Questo Dipartimento ha recentemente concluso una serie di incontri con i rappresentanti del Ministero dei Trasporti e della Navigazione volti ad accertare lo stato di attuazione delle disposizioni di cui in oggetto relative all'accesso al mare delle persone disabili...omissis...; dall'esame della relazione e dai dati pervenuti è emersa l'opportunità che nell'approssimarsi dell'estate, le SS.LL. prendano contatto con i competenti organi delle amministrazioni regionali e con le locali Capitanerie di Porto, ove le Regioni abbiano attivato con le stesse apposite convenzioni per avvalimento, perché, in sede di rilascio o rinnovo delle concessioni per gli impianti di balneazione, siano messe in atto tutte le iniziative che le Regioni, nell'ambito della loro autonomia organizzativa e gestionale, riterranno opportune perché in sede di istruttoria, prima, e del rilascio del provvedimento di concessione, poi, venga inserita una specifica clausola che richiami espressamente le disposizioni di cui all'art. 23 (commi 3 e 5) della Legge 104/92."