Parchi e Fruibilità
Parchi e fruibilità un obiettivo necessario
Varie sono le motivazioni che debbono indurci a perseguire l'obiettivo appena menzionato. La prima è che la nostra società è fondata costituzionalmente sui principi di uguaglianza e pari dignità e opportunità per ogni persona. Impegnarsi a realizzare una fruibilità generalizzata degli spazi e dei servizi significa favorire il diritto di chiunque alla non esclusione da un luogo e rispettare quindi un basilare principio costituzionale, tra l'altro non senza risvolti di carattere economico.
Occorre pertanto potenziare il diritto di chiunque alla "non esclusione" da un luogo. Alcune ricerche compiute hanno infatti mostrato che se l'accessibilità è prevista fin dalla fase della progettazione, il costo aggiuntivo nella costruzione di un edificio o nella prestazione di un servizio è nella grande maggioranza dei casi nullo o trascurabile, mentre grande è il numero delle persone che ne beneficiano.
Si pensi inoltre alla persona con ridotta capacità motoria che voglia fare una vacanza a contatto con la natura in Italia: essa sarebbe costretta attualmente, nella maggior parte dei casi, a rinunciare o a rivolgere la propria attenzione ad altri Paesi. Ciò, oltre alle conseguenze negative sul piano umano, comporta una perdita economica e anche una perdita di potenziale lavoro e conseguente reddito.
Inoltre, come meglio sarà evidenziato nel seguito, esistono una serie di norme che regolano la materia e che impongono in modo anche stringente le problematiche della fruibilità. Pertanto le conseguenti e necessarie attenzioni progettuali devono riguardare in maniera trasversale e sistematica qualsiasi operazione venga immaginata in particolare nell'ambito delle aree naturali protette.
Accessibilità, quindi, come "sistema complesso e articolato di elementi, collegati tra loro o interdipendenti, che consenta di avvicinarsi al concetto di autonomia e di autosufficienza". Il salto di scala di tipo culturale che si vuole promuovere è quello di considerare le norme e le prescrizioni vigenti per il superamento dei vari tipi di barriere (ambientali, architettoniche, burocratiche, ecc.) non come un "vincolo" penalizzante, ma come una opportunità positiva, finalizzata ad un beneficio generalizzato.
Non quindi rigide norme "per gli handicappati", bensì provvedimenti operativi e "linee guida" per ottenere un ambiente per l'uomo che sia più amichevole e più sicuro per ciascuno di noi, ed in particolare per quella fascia crescente di persone con ridotte o impedite capacità motorie o sensoriali, quali ad esempio gli anziani, che devono essere considerate non come un peso ma come una risorsa di tutto rispetto. In questo quadro gli aspetti progettuali sono di fondamentale importanza. La conseguenza di quanto sopra esposto è che risulta semplicemente una scelta di buon senso quella di immaginare, sviluppare e comunicare spazi e prodotti, servizi, sistemi e ambienti, di uso generale, in modo che essi possano risultare agevolmente accessibili e fruibili dal più vasto numero possibile di utenti e non siano specificatamente "dedicati" alle persone disabili.
Questo modo "responsabile" di fare progettazione tiene conto, costantemente, delle esigenze multigenerazionali, cioè di quelle dei bambini, degli anziani e di coloro che per qualsivoglia motivo hanno difficoltà di movimento o di tipo sensoriale. Il risultato positivo è quello di un notevole contenimento dei costi e di un maggiore gradimento anche da parte delle persone con "necessità particolari", le quali peraltro non si sentirebbero oggetto di "speciali attenzioni". Tali riflessioni e indicazioni non possono non riguardare anche i parchi e le are naturali, istituite nel nostro paese, sia perché arrivano a proteggere una superficie del territorio nazionale superiore al 10%, sia perché custodiscono, assieme a quelli naturalistici e ambientali, una quantità rilevante di beni archeologici, storici, artistici e culturali, dalla cui fruizione non possono certamente essere escluse le persone con deficit motori o sensoriali.